In Italia il 50% delle famiglie denuncia bullismo a scuola PDF Stampa E-mail

Le cifre sono di quelle destinate a destare allarme, ma come sempre vanno lette e interpretate per evitare di rispondere al fenomeno con la retorica dell’emergenza o del boom: Censis ed Eurispes ci dicono che in Italia il 50% delle famiglie segnala eventi di bullismo o microbullismo nelle classi dei figli. Dobbiamo credere che le scuole siano quartieri senza legge dove scorrazzano baby gang di piccoli criminali in erba, o forse nelle famiglie e tra chi ne registra le denunce e gli umori c’è un’attenzione nuova verso un fenomeno antico come la stessa socialità? Forse la verità, come sempre sta nel mezzo. Quando si parla di bullismo le denunce vanno dalle offese e l’esclusione dal gruppo fino all’esercizio della violenza.
Tra le tipologie di prepotenze rilevate, il 28.7% riguarda offese verso un solo alunno, il 25.9 % scherzi pesanti o offese, quasi il 25% l’isolamento o l’esclusione dal gruppo. Per oltre il 21% si parla di percosse e di furti. Va detto poi che le tecnologie non si limitano a dare una nuova veste alla vecchia violenza, ma generano una violenza di forma nuova – il cosiddetto cyberbullismo – che consiste ad esempio nella diffusione di video umilianti, denunciata dal 6%, assieme agli insulti via sms o mail. E ancora: lo scenario privilegiato per gli episodi di bullismo è prevalentemente la scuola: se il 51.8% degli episodi avviene in classe, oltre il 52% avviene in luoghi meno sorvegliati, come palestre e corridoi.
Questi ed altri dati (Eurispes Toscana – dati Censis 2008) sono stati presentati a Firenze nel corso del convegno “Tutti i colori del buio: i contenuti pedagogici dell’azione associativa, come risposta al bullismo e alla disgregazione sociale”. Nel corso del convegno si è parlato anche delle nuove frontiere del cyberbullismo, termine con il quale si identificano le azioni aggressive e intenzionali eseguite tramite strumenti elettronici.
A differenza del bullismo tradizionale, il cyberbullismo può essere attuato in qualsiasi momento e la rapida possibilità di diffusione del materiale compromettente aumenta la percezione di vulnerabilità nella vittima. Gli strumenti utilizzati dal cyberbullo sono sms, mms, chat room, immagini, video o foto offensive, chiamate anonime, istantmessaging, siti web e blog.

 
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