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Droga, studio su cervello cocainomani: dipendenza si può ereditare PDF Stampa E-mail

Il rischio di scivolare nel tunnel della droga si può ereditare. Chi ha un familiare cocainomane ha una probabilità 8 volte più alta di sviluppare a sua volta la dipendenza dalla “polvere bianca”. E ora un team di scienziati inglesi ha scoperto specifiche anomalie nel cervello di chi consuma regolarmente cocaina, non causate dall’uso della droga bensì presenti fin dall’infanzia, e riscontrabili anche nei fratelli o nelle sorelle senza alcun problema di tossicodipendenza. La conclusione di Karen Ersche e colleghi dell’università di Cambridge, autori di uno studio pubblicato su “Science”, è dunque che la predisposizione all’abuso di sostanze si possa in qualche modo trasmettere insieme ai geni. Ma la buona notizia è che ereditarla non significa automaticamente essere destinati alla dipendenza: il tunnel si può evitare, precisano i ricercatori.
“I nostri risultati indicano che la dipendenza dalla droga non semplicemente è un problema comportamentale o di scelte di vita”, riassume Ersche. “È una questione di cervello: se il cervello di una persona è ‘cablato’ per la dipendenza, per le droghe è più facile fare presa. Ma ciò non significa che sviluppare una tossicodipendenza sia inevitabile”, insiste la studiosa.
La ricerca, finanziata dal Medical Research Council, è stata condotta analizzando con appositi scanner i cervelli di 50 persone con dipendenza da cocaina, e confrontandoli con quelli di loro fratelli e sorelle senza problemi di droga e con quelli 50 volontari sani.
Ebbene, le indagini hanno mostrato che sia i cocainomani che i loro fratelli liberi dalla droga, diversamente dalla popolazione generale, mostrano particolari difetti nelle fibre nervose che comunicano con la corteccia temporale: la parte frontale del cervello, coinvolta nel controllo dei comportamenti impulsivi.

 
Datagiovani: previsioni assunzioni quasi raddoppiate rispetto a 2011 PDF Stampa E-mail

Il centro di ricerche Datagiovani ha analizzato le previsioni di assunzione per i giovani fino ai 29 anni nelle aziende italiane e, secondo gli ultimi dati Unioncamere-Ministero del Lavoro riferiti alle proiezioni per il periodo gennaio - marzo 2012, sono meno di 46mila le previsioni di assunzioni di giovani per il primo trimestre 2012 a carattere non stagionale. Un numero, come fa sapere Datagiovani, decisamente interessante se confrontato con le 23.700 segnalate nel quarto trimestre 2011. In generale, le analisi complessive rilevano maggiori opportunità per i giovani nelle regioni del Centro e del Sud, nelle imprese con meno di 50 dipendenti e nei servizi commerciali e finanziari. Si cercano inoltre, come emerge dalle analisi, operai specializzati nella metalmeccanica e nell'edilizia. Le regioni più orientate ai giovani sono Lazio, Campania e Puglia, in coda tra le grandi regioni Emilia Romagna e Toscana. C'è più ottimismo da parte delle aziende? Ma quanti sono i "veri" nuovi posti? "La crescita dei posti di lavoro orientati ai giovani, e non solo - sottolineano i ricercatori di Datagiovani - è certamente un segnale di ottimismo da parte delle imprese, che iniziano forse a vedere qualche spiraglio di uscita dalla crisi. Va però enfatizzato ciò che Unioncamere stesso segnala nella sua rilevazione, ovvero che "si tratta in larga parte di riattivazioni di contratti in scadenza a fine 2011 o di assunzioni in sostituzione di analoghe figure che hanno interrotto il loro rapporto di lavoro". La situazione rimane sostanzialmente ancora in stallo.

 
Indagini psicologiche preventive potrebbero scongiurare alcuni crimini crimini PDF Stampa E-mail

Di fronte al crescente numero di crimini dovuti a problemi legati alla psiche si aprono due distinti scenari: da un lato la giustificabilità sul piano clinico dall'altra la risposta da dare sul piano giuridico e sociale. Non è raro che alla base di alcuni comportamenti che la legge considera reato ci siano problemi di carattere psicologico pregresse o, tal volta, sopravvenute in concomitanza di situazioni di stress. Questo pone il problema di quale deve essere la risposta della società se gli illeciti sono conseguenza di una patologia psicologica accertata e non evidenziata in tempo utile a scongiurare il danno. Spesso abbiamo a che fare con una carenza di controlli psicologici preventivi che consentano alla società di intervenire per tempo, prima che sia troppo tardi. Il passaggio da una società prevalentemente contadina a quella in cui le scienze hanno messo a disposizione dell'uomo strumenti sempre più potenti e talvolta pericolosi ha determinato un cambiamento strutturale della società e non tutti sono in grado di resistere a questo cambiamento vitale. La stessa fantasia e le emozioni che risiedono nella mente umana sono condizionate dalla enormità degli stimoli che vengono diffusi da queste nuove realtà. Gli strumenti disponibili oggi per mano dell'uomo compiono operazioni incisive nell'ambito della movimentazione degli esseri e della materia, fino a modificare le condizioni ambientali. Ma poiché ogni essere umano riesce a capire soltanto le cose che è in grado di comprendere in base alle proprie capacità mentali personali, può succedere che non tutti riescano a reagire in modo positivo. Oggi noi tutti siamo immersi in un ambiente vitale fortemente stressante per la insopportabile densità abitativa, per una vita scolastica di durata estremamente lunga, per un lavoro che esige un impegno multiforme e spesso senza orari. Molti sono afflitti dall'insicurezza economica e tentati da obiettivi irraggiungibili. Altri cedono alle illusioni di grandezza che aprono la strada spesso alla delusione. Le strade cui può condurre il disagio sono imprevedibili e in particolari situazioni psicologiche possono anche associare azioni criminali. La reazione al disagio può manifestarsi con gesti inconsulti e questo è un pericolo sempre più attuale per cui diventa sempre più urgente ipotizzare un controllo preventivo ogniqualvolta sia di fronte a comportamenti che costituiscono il segnale di un disagio psicologico. Non è mio compito dire quale debba essere la reazione del mondo giudiziario ma come psicologo mi sento di poter affermare che molti crimini potrebbero essere evitati attraverso la diffusione di indagini psicologiche preventive. Occorre cogliere primi segnali per intervenire prima che la situazione degeneri.

 
Nuovo redditometro 2012: ecco le voci di spesa che saranno prese in considerazione. PDF Stampa E-mail

Sarà operativo dal secondo semestre dell'anno e servirà ad individuare gli scostamenti tra reddito dichiarato e spese effettive. A dirlo è il Direttore Generale dell'Agenzia delle Entrate, Attilio Befera. Il nuovo strumento di lotta all'evasione fiscale messo in piedi dall'Amministrazione finanziaria, prevede 11 tipi di nuclei familiari e al'incirca 100 voci di spesa divise in 7 categorie: abitazione, mezzi di trasporto, contributi e assicurazioni, istruzione, attività sportive e ricreative e cura della persona, altre spese significative, investimenti immobiliari e mobiliari netti.
Ecco nel particolare le voci di spesa:
Abitazione: abitazione principale, altre abitazioni, mutui, ristrutturazioni, intermediazioni immobiliari, elettrodomestici, apparecchiature elettroniche, arredi, energia elettrica, telefonia fissa e mobile, gas
Mezzi di trasporto: automobili, mincar, caravan, moto, natanti e imbarcazioni, aeromobili, mezzi di trasporto in leasing e noleggio
Assicurazioni:
responsabilità civile, incendio e furto, vita, danni, infortuni, malattia, altro
Contributi previdenziali: obbligatori, volontari, previdenza complementare
Istruzione: asili nido, scuola dell'infanzia, scuola primaria, scuola secondaria, corsi di lingua straniere, soggiorni studio all'estero, corsi universitari, tutoraggio, corsi di preparazione agli esami scuole di specializzazione, master, canoni di locazione per studenti universitari
Attività sportive e ricreative. Cura della persona: attività sportive, circoli culturali, circoli ricreativi, cavalli, abbonamento pay tv, giochi online, abbonamenti eventi sportivi, viaggi organizzati, centri benessere, altri servizi per la cura della persona
Altre spese significative: oggetti d'arte o antiquariato, gioielli e preziosi, veterinarie donazioni in denaro a favore di onlus e simili, assegni periodici corrisposti al coniuge, donazioni effettuate Investimenti immobiliari e mobiliari netti fabbricati, terreni, natanti e imbarcazioni, autoveicoli, motoveicoli, caravan, minicar, aeromobili, azioni, obbligazioni, conferimenti, quote di partecipazione, fondi d'investimento, derivati, certificati di deposito, pronti contro termine, buoni postali fruttiferi, conti di deposito veicolati, altri prodotti finanziari, valuta estera, oro, numismatica
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Cassazione: illegittimo il licenziamento per troppe assenze se la contestazione è tardiva PDF Stampa E-mail

In tema di licenziamento per giusta causa, quando vengano contestati al dipendente diversi episodi rilevanti sul piano disciplinare, deve escludersi che il giudice di merito possa esaminarli atomisticamente, attesa la necessaria considerazione della loro concatenazione ai fini della valutazione delle gravità dei fatti, ciò non escludendo, tuttavia, che il comportamento che giustifica la sanzione espulsiva possa essere individuato anche in uno solo di essi, se lo stesso presenti il carattere di gravità richiesto dalla legge.". E' quanto affermato dalla Corte di Cassazione che, con sentenza n. 1062 del 25 gennaio 2012, ha rigettato il ricorso proposto da un'azienda - che aveva licenziato una propria dipendente per ripetute assenze in giorni successivi a festività o ferie e recidiva - avverso la decisione della Corte d'Appello la quale aveva ritenuto la recidiva erroneamente contestata alla lavoratrice, tenuto conto del principio, consolidato nella giurisprudenza, alla cui stregua, il datore di lavoro, una volta esercitato validamente il potere disciplinare nei confronti del prestatore di lavoro in relazione a determinati fatti costituenti infrazioni disciplinari, non può esercitare una seconda volta, per quegli stessi fatti, il detto potere ormai consumato, essendogli consentito soltanto, a norma dell'ultimo comma dell'art. 7 della legge 20 maggio 1970 n. 300, di tenere conto della sanzione eventualmente applicata, entro il biennio. I Giudici di legittimità precisano, richiamando precedenti decisioni, che in difetto di contestazione di una nuova infrazione il datore di lavoro non può riesaminare in sede disciplinare le precedenti mancanze, già colpite ciascuna da sanzioni di tipo conservativo, per applicare per quelle stesse infrazioni, sia pure unitariamente considerate, una più grave sanzione di carattere espulsivo. La contestazione della recidiva per precedenti comportamenti già puniti con una sanzione disciplinare, in assenza di un'autonoma infrazione attualmente sanzionabile, non vale a legittimare il recesso del datore di lavoro.
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