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Roma: tirocini al Ministero dell’Interno PDF Stampa E-mail

Pubblicato il 03 ottobre 2011.

 

Il Centro di Orientamento al Lavoro – C.O.L. Tirocini di Roma Capitale ha aperto nuove ricerche di candidati interessati a svolgere un tirocinio formativo della durata di 6 mesi presso il Ministero dell’Interno. La selezione è rivolta a neo laureati in Scienze Politiche, preferibilmente con indirizzo internazionale. Il tirocinio si svolgerà presso il Servizio Cittadinanza del Ministero dell’Interno. Si tratta di tirocini formativi e di orientamento che rientrano nella nuova noramtiva.

Il Centro di Orientamento al Lavoro Tirocini del Comune di Roma sta selezionando anche candidati laureati oppure diplomati per tirocini da svolgere presso enti pubblici, biblioteche, fondazioni e anche aziende private. Alcune di queste opportunità di lavoro sono state segnalate sul sito web di Roma Capitale dal Dipartimento formazione e lavoro. I tirocini hanno una durata di 6 mesi e prevedono un rimborso spese. In particolare si cercano:
- neo laureati in Scienze Politiche, Sociologia, Giurisprudenza per una Cooperativa Sociale volta all’inserimento lavorativo di persone svantaggiate. La Cooperativa opera per il reinserimento di degenti con lesioni midollari in dimissione dal CTO e gestisce una casa di riposo per anziani per la quale ricerca anche neo educatori professionali per attività di animazione;
- neo laureati in Lettere per il riordino e la schedatura di fondi archivistici e/o materiale librario presso una Fondazione pubblica;
- neo diplomati in Grafica web per composizione pagine presso una agenzia di stampa;
- neo diplomati per la segreteria di un’associazione di categoria;
- neo diplomati e laureati di I livello per attività di segreteria presso biblioteche per servizio di informazioni, organizzazione di eventi culturali.

COME CANDIDARSI
Per candidarsi è necessario recarsi personalmente, senza bisogno di appuntamento, presso la sede del C.O.L. Tirocini in Via dei Cerchi, 6, piano II, stanza 34, muniti di curriculum vitae aggiornato (sia cartaceo che su supporto informatico) nei giorni di lunedì, mercoledì e venerdì dalle ore 9.00 alle ore 12.00 e giovedì dalle ore 14.00 alle ore 17.00.

 
Colonnella, Teramo: aprono centri commerciali e arrivano 350 posti di lavoro PDF Stampa E-mail

Buone notizie per chi cerca lavoro in Abruzzo. A Colonnella, in procincia di Teramo, apriranno nuovi centri commerciali, outlet, negozi per lo shopping e anche un maxi cinema Multiplex, che creeranno oltre 350 posti di lavoro.

I primi ad aprire in ordine di tempo saranno Mondo convenienza – il colosso dei mobili che punta sull’ottimo rapporto qualità prezzo – e Pittarello, il centro delle calzature per uomo donna e bambino, la cui inaugurazione è prevista per novembre 2011. Entrambi i marchi saranno ospitati all’interno del centro commerciale Arcobaleno situato a poche decine di metri dall’uscita del casello autostradale dell’A14 Val Vibrata, nel Teramano.

La mega struttura di vendita, una volta operativa, darà lavoro a 150 addetti. Per informazioni e domande ci si può recare direttamente al cantiere oppure è possibile presentare la candidatura tramite la pagina lavora con noi del sito web Mondo Convenienza e attraverso la pagina di invio cv disponibile sul sito web di Pittarello.

A fianco del centro commerciale Arcobaleno sarà aperto il Multiplex, un cinema con 12 sale, e da subito saranno operative le aree divertimento e punti ristorazione. ”Sarà il polo commerciale del centro Italia – ha dichiarato con orgoglio il sindaco di Colonnella, Leandro Pollastrelli. Qualche giorno fa, inoltre, ho avuto un incontro con l’altro importante investitore ed imprenditore, Mario Esposito della Do.It che ha preannunciato l’apertura a fine novembre dell’outlet situato sempre all’uscita del casello, in provincia di Teramo. All’interno nasceranno vetrine dei marchi più famosi del design, casa, arredamento ed altro ancora. Indicativamente i posti lavoro disponibili saranno circa 200″.

Do.it – Design Outlet Italiano è un progetto innovativo che prevede l’apertura di una catena di outlet dedicati al design italiano, in tutta Italia. Il primo outlet sarà aperto entro breve proprio a Colonnella in provincia di Teramo (ti consiglio)

 
T-bone station: lavoro per operatori di sala a Roma, Bologna, Torino PDF Stampa E-mail

Pubblicato il 03 ottobre 2011.

 

T-bone Station, catena di ristoranti americani e steak house, cerca operatori di sala da inserire presso le sedi. Le offerte di lavoro sono attive su Roma, Bologna e Torino.

Il primo ristorante T-bone Station è stato aperto nel 1996 a Roma e dopo aver acquisito grande popolarità sul territorio del Lazio il brand ha allargato i propri confini diventando una catena a livello nazionale. Il suo successo dipende da numerosi fattori tra cui l’ampia offerta gastronomica, l’ottima qualità della carne, lo stile informale e casual oltre alla grande attenzione per i clienti. Tutti i ristoranti T bone station sono gestiti dalla Holding Form Ristorazione Srl.

Vi piacerebbe lavorare in questa grande realtà della ristorazione? T bone station cerca 20 operatori di sala, camerieri, per le sedi di Roma, 6 per la sede a Bologna in Emilia Romagna e 20 per il ristorante di Torino i Piemonte. La selezione è rivolta a candidati diplomati, con un’età compresa tra i 20 e i 27 anni, residenti o domiciliati nella città di lavoro e con un’esperienza nel settore di almeno un anno. Sono necessarie spiccate abilità comunicative, ottime capacità di relazionarsi al pubblico e un forte spirito di gruppo. I candidati dovranno avere padronanza nell’uso dei computer e preferibilmente conoscere una lingua straniera.

E’ prevista una formazione d’aula seguita da una formazione On The Job per imparare quanto necessario allo svolgimento della mansione di operatori di sala presso i ristoranti T-Bone station. L’inserimento avverrà con contratto di lavoro a tempo determinato part time, su turni.

COME CANDIDARSI
E’ possibile inviare la propria candidatura direttamente sul sito web di T-Bone station nella pagina lavora con noi, oppure inviare il proprio cv tramite infojobs.

 
Scuole, i geologi: insicuri il 57% degli edifici PDF Stampa E-mail

Di sicurezza dell’edilizia scolastica si parla poco, e troppo spesso l’argomento torna alla ribalta, in una logica da emergenza, all’indomani di qualche catastrofe o tragedia sfiorata, così come di dissesto idrogeologico si parla solo all’indomani di qualche frana che abbia provocato un gran numero di morti. I numeri che ci consegnano le analisi dei geologi suggeriscono invece la necessità di affrontare la questione immediatamente e senza esitazioni, affinché la sicurezza e la vita stessa dei nostri figli non debbano essere messe a repentaglio giorno dopo giorno fino a che qualche evento, drammatico ancorché prevedibile, non si inarichi di attirare l’attenzione della distratta politica sul tema.  L’edilizia scolastica risulta poco sicura in tutta Italia con la maggior parte delle scuole, circa il 46%, costruite tra il ’65 e il ’90; nove milioni di persone, tra docenti, personale amministrativo e alunni, sarebbero dunque a rischio quotidiano di incolumità. Sono alcuni dei dati poco rassicuranti snocciolati da Gian Vito Graziano, presidente del Consiglio nazionale dei geologi.
“Su oltre 50.000 scuole presenti in Italia – spiega Graziano -, che comprendono pressapoco 9 milioni di utenti, tra docenti, personale amministrativo e alunni, il 95% degli edifici scolastici è stato costruito, secondo dati del ministero dell’Istruzione, tra il 1900 e il 1990 e, in particolare, il 46% di questi è stato realizzato tra il 1965 e il 1990. Ciò evince una totale carenza di sicurezza in merito agli attuali standard normativi sul rischio sismico, primi tra tutti i dettami delle nuove norme tecniche sulle costruzioni del 2008 e le varie circolari ministeriali successive”.
Graziano sottolinea la mancanza di certificazione di moltissimi istituti scolastici per quanto concerne l’agibilità statica e la loro collocazione in aree a forte rischio sismico: “Il 57% delle nostre scuole non possiede il certificato di idoneità statica, cioè quel documento che certifica la ‘buona salute’ dei pilastri, delle travi e di tutte le parti strutturali di un edificio, e il 34% delle stesse è ubicato in aree sismiche”. Gli fa eco Emanuele Doria, presidente dei geologi di Sicilia, il quale sottolinea come “l’11% degli edifici scolastici nazionali sono rappresentati da manufatti nati originariamente con altre destinazioni d’uso e oggi più che mai, vedi le nuove norme tecniche sulle costruzioni, conosciamo l’importanza di dare il valore idoneo di classe d’uso agli edifici da progettare.
Nonostante il Piano straordinario per la messa in sicurezza delle scuole di cui all’articolo 80, comma 21, della legge 289/2002, del ministero delle Infrastrutture – continua Doria- , nel quale i numeri sulla messa in sicurezza degli edifici scolastici erano calcolati con criteri riferibili a vecchie norme degli anni ’70 e ’80, non risulta semplice anche al giorno d’oggi fare delle stime per la messa in sicurezza delle nostre scuole ma se e’ vero che, secondo dati divulgati a mezzo stampa qualche anno fa, nella nostra regione, la Sicilia, il 90% degli edifici pubblici verificati non hanno superato i test antisismici, la nostra classe politica ha il dovere di fare qualcosa per garantire maggiore sicurezza alle nostre scuole e a quanti le vivono nel quotidiano”.
I due presidenti concludono auspicando l’avvio di studi di microzonazione sismica a livello comunale perché “come già previsto nell’ordinanza del presidente del Consiglio dei ministri- 3907/2010, passata in sordina per la maggior parte dei comuni, si istituisca un fondo aggiuntivo al contributo nazionale per l’effettuazione di studi di microzonazione sismica, a favore della sicurezza degli edifici nelle zone a rischio sismico, come gia’ fatto da molte regioni”.

 
Pillole ingoiate per sbaglio: il 70% dei casi riguarda bimbi sotto i 5 anni PDF Stampa E-mail

Sono preoccupanti i dati che giungono relativamente all’ingestione errata di farmaci. In particolare l’allarme riguarda i bimbi al di sotto dei 5 anni che troppo spesso ingoiano pillole per gioco come fossero caramelle, con il rischio di morire. Negli Usa i numeri del fenomeno sono in crescita drammatica, come ha denunciato un gruppo di ricercatori di Cincinnati, ma anche in Italia a rischiare di più sono i bambini under 5. Secondo gli ultimi dati pubblicati dall’Istituto superiore di sanità sul tema, praticamente in 7 casi su 10 (69%) l’esposizione accidentale ai farmaci riguarda bambini da zero a 5 anni.
Secondo i dati del Centro antiveleni di Milano, struttura di riferimento nazionale alla quale perviene circa il 60% delle richieste di consulenza inoltrate ai Cav operativi nel nostro Paese – precisa l’Iss – in generale le categorie di medicinali più spesso associate ai casi di intossicazione involontaria sono gli analgesici/anti-infiammatori (13%), i sedativi/ipnotici/antipsicotici/antidepressivi (10%), gli anti-istaminici (8%), gli ormoni (7%), gli antibiotici (6%), i prodotti per la profilassi della carie dentaria (fluoro) (3%) e antisettici (3%). I disinfettanti, considerati prodotti parafarmaceutici, coprono il 6% dei casi. In particolare, analgesici e ormoni/antagonisti ormonali sono le categorie più frequentemente all’origine di intossicazione nei bambini al di sotto dei 6 anni.
Sempre secondo i dati dei Cav, per quanto riguarda le richieste di assistenza relative ai più piccoli, nell’arco delle 24 ore i momenti più “caldi” sono due: intorno alle 12 e alle 21. Tipicamente poco prima del pranzo e appena dopo cena, quando forse l’attenzione di mamma e papà si concentra su altri doveri casalinghi.

 
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